Ritorno sui monti naviganti: un viaggio lungo la spina dorsale d’Italia

Torna finalmente al cinema, grazie a Fairmenti Distribuzione, il docufilm di Alessandro Scillitani “Ritorno sui monti naviganti”. Un viaggio lungo la dorsale appenninica insieme allo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, a 15 anni dal suo viaggio in questi luoghi. Per esplorare, a passo lento, luoghi di abbandono, resistenza e ritorno. «Un viaggio fatto di curve nella pancia del paese. Un viaggio di uomini e incontri».Un viaggio nella bellezza di terre interne, alte, abbandonate, abitate da uomini e donne resistenti o ripopolate, misteriose e affascinanti, segrete e sconosciute. Luoghi in apparenza decentrati e poco presenti nel racconto e nell’immaginario del nostro Paese, che invece ne rappresentano, anche storicamente, l’essenza e il cuore pulsante.Da Genova all’Aspromonte, il regista Scillitani accompagna con sguardo attento, lungo i tornanti dell’appennino, una topolino blu affrontare tornanti per rivelare storie inaspettate. Alla guida, Paolo Rumiz, che queste strade aveva già percorso nel 2006 raccontandole nel libro La leggenda dei monti naviganti.Nuovi incontri e persone già conosciute, zone di fuga e ritorno, si intrecciano per raccontare un viaggio, durato circa tre settimane, tra nuove forme di imprenditorialità rurale e antiche tradizioni popolari. Incontri che aprono a domande sul destino di questi luoghi - facendoci recuperare una memoria essenziale del passato - ma soprattutto sul presente, sul loro futuro e su quanto questo abbia a che fare con tutti noi.

La topolino blu diventa simbolo di questo ponte tra passato e presente e di quel passo lento necessario all’incontro e all’osservazione. A questa lentezza fa da contrappunto l’intensità dell’incontro, le storie degli uomini e delle donne, una voce narrante che ritma l’esperienza della visione e una regia che mantiene l’attenzione sempre presente.